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abr 202017
 

Una mostra di Carlos Martiel
by Emanuele Riccomi for OperaViva Magazine

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La Galleria Rossmut di Roma ha ospitato la prima personale in Italia di Carlos Martiel (L’Avana, 1989), a cura di Diego Sileo, curatore del Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e profondo conoscitore dell’arte cubana. La mostra ha raccolto la documentazione fotografica e i video che mostrano alcune sue performance realizzate dal 2009 al 2016 tra Cuba, gli Stati Uniti, l’America Latina e l’Europa, fornendo allo spettatore la possibilità di confrontarsi con l’eterogeneità del pensiero e delle azioni dell’artista.

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Protagonista principale e elemento privilegiato dei lavori di Martiel è il corpo, un corpo utilizzato come strumento per indagare le relazioni politiche e sociali su cui si basano i rapporti umani, mettendone in luce le contraddizioni e la crudeltà, raccontando la forza del potere e le azioni che esso compie per mantenere il proprio status. Oltre a denunciare le strutture oppressive, il rapporto conflittuale con la memoria del colonialismo sia di chi lo ha subìto sia di chi lo ha perpetrato, l’artista si rivolge ai comuni cittadini, all’indifferenza che mostrano nei confronti delle dinamiche di violenza e prevaricazione che subiscono quotidianamente i ceti meno abbienti, i senzatetto e i migranti, soprattutto nel mondo occidentale. Martiel ne mostra il carattere più duro attraverso azioni in cui arriva a mettere a rischio la propria incolumità, lavorando sulla resistenza sia al dolore sia alla degradazione e all’umiliazione autoimposta.

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