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Apr 062020
 

di Marco Roberto Marelli per Forme Uniche

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Carlos Martiel è nato a L’Avana, Cuba, nel 1989 e oggi vive e lavora fra New York e la sua città natale. Laureatosi nel 2009 presso la National Academy of Fine Arts “San Alejandro” all’Avana, tra il 2008 e il 2010 ha studiato presso la Cátedra Arte de Conducta, diretta dall’artista Tania Bruguera. Le sue opere sono in importanti collezioni pubbliche e private come il Solomon R Guggenheim Museum di New York, la Fondazione Shelley e Donald Rubin di New York, il Museu de Arte do Rio di Rio de Janeiro, il Museo Nazionale di Belle Arti de L’Avana e ha realizzato performance in diversi musei nel mondo fra i quali il Stedelijk Museum di Amsterdam, il Museo La Tertulia di Cali, il Centro de Arte Contemporáneo di Quito, il Walker Art Center di Minneapolis e il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Fra i più importanti artisti del panorama internazionale, pone il suo corpo, la sua identità e la sua sensibilità in dialogo con la natura dell’esistenza, la vita sociale e le tradizioni culturali, inserendosi a pieno titolo in un’accesa tradizione artistica legata al fare performativo, attualizzandola e innovandola attraverso un impatto duro e colto con un reale mutevole e contemporaneo.

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Per la preziosa collaborazione alla realizzazione di questa intervista si ringrazia Apulia Center for Art and Technology.

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Cosa significa essere un artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?

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Essere un artista significa molte cose; per come la vedo io significa avere un impegno con il momento in cui vivi, oltre ad avere una visione consapevole e critica della realtà a breve, medio e lungo termine. Queste sono delle qualità innate, perché non impari a essere un artista, puoi imparare a perfezionare una tecnica, ma essere un artista è una professione con cui nasci. Il materiale essenziale dell’arte, in generale, è la sensibilità e non può essere acquistata o acquista con un titolo universitario, anche se frequenti la più prestigiosa università d’arte in Europa o negli Stati Uniti. Un artista deve capire che sebbene lavori per se stesso e per soddisfare un bisogno personale di espressione, le dimensioni della sua opera trascendono la sua esistenza effimera; per questo parlo di impegno verso se stesso e verso la società. Il processo che coinvolge la creazione artistica, a volte, pone luce e verità su domande esistenziali ed essenziali che hanno perseguitato e tormentato l’essere umano sin dagli inizi dell’umanità.
Per quanto riguarda le differenze che vedo dall’inizio della mia carriera ai giorni nostri, penso che siano sostanzialmente concettuali. Si può dire che ho perfezionato il modo in cui fare il mio lavoro grazie alla maturità, alla perseveranza e alle conoscenze che ho acquisito nel corso degli anni ma, in sostanza, il mio lavoro continua a nascere dalle preoccupazioni, dall’angoscia e dal disagio che genera la vita.

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